Health, advocacy & communication: la mia esperienza con il Master Patient Advocacy e la community of Pratice del PAL

di Carola Pulvirenti, alumna del Master in Patient Advocacy Management di ALTEMS


Il contesto sanitario odierno ha due caratteristiche cruciali: è digitale ed è centrato sul paziente, con un approccio olistico. Le aziende sanitarie hanno pertanto una finestra di tempo per definire le loro strategie di patient engagement, se non lo faranno presto, rimarranno incastrate nel modello tradizionale di assistenza, un modello che non ha futuro. Gli infermieri svolgono un ruolo determinante nel processo di advocacy, in particolare in un periodo storico caratterizzato da profondi cambiamenti del sistema sanitario e dei luoghi di cura. Da alcuni anni è emersa la necessità di valorizzare la funzione di garanzia dell’infermiere, soprattutto nella sua dimensione collettiva.

Sono queste le motivazioni che mi hanno portato ad iscrivermi al Master Patient Advocacy Management dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS). Il corso mi è stato proposto nell’ambito del ruolo di Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Pemfigo/Pemfigoide Italy. Tuttavia, avendo già conseguito un Master in Management e completato da poco il corso dell’Accademia Europea dei pazienti EUPATI, avevo dubbi sulla reale utilità di questo master nel mio percorso formativo. Oggi dico con certezza che mi sbagliavo. Difatti il corso Patient Advocacy Management è talmente innovativo che pochi possono capirne l’importanza.

Il Master ha lo scopo di promuovere le competenze manageriali e gestionali delle persone che rivestono un ruolo apicale nel contesto delle organizzazioni sanitarie e di pazienti. L’aspetto peculiare del percorso formativo è l’approccio profondamente innovativo alla formazione manageriale in sanità, un approccio basato sul cambio di paradigma da ‘paziente oggetto di cure’ a ‘paziente protagonista del percorso di cura’. Il Master prevede infatti delle lezioni frontali ma anche molte attività volte alla progettazione condivisa di soluzioni ai problemi di salute. Queste attività non terminano al completamento del corso di formazione ma proseguono grazie al COP-PAL, ovvero la Community of Pratice del Patient Advocacy Lab.

Il Master si distingue da tanti altri per l’elevata qualità dell’insegnamento, garantita da un’organizzazione eccellente. I docenti sono scelti fra professionisti che mettono in pratica quotidianamente quello che insegnano. Poca teoria e molta pratica, dunque, grazie soprattutto alla Direttrice del Patient Advocacy Lab, Teresa Petrangolini. La Dott.ssa Petrangolini ricopre un ruolo istituzionale che prima di lei non esisteva in Italia: quello di facilitatrice della partecipazione delle associazioni pazienti presso la Regione Lazio.

Come previsto dal PNRR, l’infermiere di domani avrà un ruolo nella Patient Advocacy e nel community management a livello territoriale. Pertanto, il Master Patient Advocacy è un percorso formativo ideale anche per i futuri Infermieri di Famiglia e Comunità.

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