L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) attraverso il suo laboratorio dedicato alle associazioni pazienti, PAL, in collaborazione con il Gruppo di lavoro Patient Partnership – Simef (Società italiana di medicina farmaceutica), ha condotto un’indagine dal titolo “La sanità del futuro: i messaggi delle associazioni di pazienti per l’epoca Covid-19” su un campione di 45 associazioni operanti in Italia a livello nazionale e regionale.Di seguito il link per la consultazione dell’indagine: https://altems.unicatt.it/altems-presentazione.pdf
Il COVID ha avuto una pesante ricaduta sui servizi di diagnosi e cura, a cominciare dagli screening, dalla cancellazione improvvisa di visite ed esami programmati e un senso di abbandono e di incertezza dei pazienti “ordinari”, sono state sospese le cure per 9 su 10 pazienti con malattia rara, mentre i malati sono stati scoraggiati dal cercare cure a intervalli programmati.
Con la ripresa delle attività ospedaliere e ambulatoriali le Associazioni hanno segnalato una grande difficoltà nel recuperare le visite perse a causa del covid-19 e nello scorrimento delle liste di attesa.
Le carenze evidenziate dal Rapporto, richiedono un nuovo modello assistenziale Socio-Sanitario e di presa in carico, con particolare riferimento alle malattie croniche, oncologiche e rare. Sono 9 le priorità emerse ed espresse dalle Associazioni per orientare il sistema verso una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini: Dematerializzazione delle ricette per farmaci e presidi terapeutici, Distribuzione di farmaci e dei presidi a domicilio, Semplificazione burocratica, Sostegno psicologico, Telemedicina, Patient involvement, Assistenza sociosanitaria e domiciliare e medicina del territorio, Reti di patologia, Care management.
La risposta delle Istituzioni, soprattutto regionali, all’attività di advocacy delle Associazioni dei pazienti è stata quella di attivare soluzioni digitali di ricetta dematerializzata (con differenze regionali riguardo le classi di farmaci) e telemedicina (anche in questo caso con differenze regionali rispetto alle prestazioni considerate differibili) con indicazioni che ne prevedono il mantenimento e la regolamentazione post emergenza; sono stati attivati in tutte le regioni i servizi di distribuzione dei farmaci a domicilio e sostegno psicologico per ora limitatamente al periodo di emergenza; sono in corso di definizione solo in alcune regioni i procedimenti per la semplificazione burocratica, le reti di patologia e la riorganizzazione dell’assistenza domiciliare e la medicina del territorio post emergenza.
Alla luce di quanto emerso in questo Report e alla luce delle risorse che saranno messe in campo con il Recovery Fund per ridisegnare il Servizio sanitario del futuro, è importante puntare su quegli aspetti che vanno a garantire un’equità di accesso e garanzia del diritto alla salute in tutte le Regioni, per definire nuovi standard assistenziali della medicina di territorio.
Purtroppo dal Rapporto emerge uno scarso coinvolgimento delle Associazioni nei processi decisionali delle Politiche sanitarie. Un appello rivolto soprattutto alle Istituzioni, di prendere sul serio le priorità espresse dalle più importanti associazioni dei cittadini e dei pazienti impegnate in sanità, investendo risorse sulle 9 priorità indicate. Si tratta di una offerta di collaborazione, già messa in opera dal primo manifestarsi dell’emergenza COVID19, che deve essere trasformata in partecipazione effettiva al governo del SSN, un futuro tutto da riscrivere.