Approvata la legge sul diritto all’oblio oncologico
Com’è noto, il Parlamento italiano ha approvato il 5 dicembre 2023 la Legge recante “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone guarite da malattie oncologiche”, meglio nota come legge sul “diritto all’oblio oncologico”. Ma di cosa si tratta?
di Dario Sacchini
All’articolo 1, comma 2 troviamo la risposta: il “diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni in merito alla loro pregressa condizione patologica nell’accesso al lavoro e ai servizi bancari, finanziari e assicurativi e nell’ambito delle procedure di adozione di minori.” Il motivo giustificante tale diritto è chiaramente indicato (art. 1, c. 1): “escludere che siano compiuti atti discriminatori o qualunque altra forma di disparità di trattamento nei confronti delle persone che sono state affette da una patologia oncologica.”
Per un verso ci troviamo davanti a un esempio di civiltà giuridica, per altro verso si rileva che il legislatore sia intervenuto per sanare una indubbia “deriva”: le discriminazioni nei confronti della persona sulla base della sua anamnesi patologica oncologica, in chiaro conflitto al dettato costituzionale sancito dagli articoli della Costituzione, citati nella legge: “i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e… l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” (art. 2 Cost.); la “pari dignità sociale” e l’eguaglianza “davanti alla legge” senza discriminazioni di sorta essendo compito della Repubblica “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3 Cost.) e la tutela della salute “come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività” (art. 32 Cost.).
Pertanto, chi è guarito da una patologia neoplastica - 10 anni dalla fine delle cure per i maggiorenni, 5 per i minorenni, fatte salve ulteriori specifiche per particolari nosologie che verranno precisate più avanti dal Ministero della Salute - non sarà più obbligato a fornire informazioni riguardo la propria pregressa neoplasia. Nel nostro Paese si calcola che questa legge riguardi un milione di cittadini.
Il portato etico positivo della legge è chiaro. Verrebbe comunque da aggiungere due considerazioni a margine. La prima: il “diritto all’oblio oncologico” potrebbe rappresentare un prezioso precedente per estendere tale diritto ad altre condizioni cliniche analoghe, al fine di evitare “discriminazioni” tra tipologie di malati. La seconda: vigilare a tutti i livelli affinché le persone affette da patologie comunque non guaribili vengano “scartate” de facto dalle possibilità di adempimento delle proprie progettualità di vita se non, finanche, da servizi sanitari che virassero “economicisticamente” verso la cura delle sole malattie guaribili o curabili senza particolari disabilità/non autosufficienze.