HTA è salute.

I vantaggi di una Agenzia nazionale per i cittadini


Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’HTA (Health technology assessment) tra gli strumenti fondamentali per garantire sostenibilità, qualità e accessibilità dei servizi sanitari universalistici come quello che abbiamo in Italia. Affinché ci sia però una diffusione vera di strumenti di valutazione forti e strutturati che permettano di basare le scelte di politica sanitaria su criteri di efficacia a vantaggio dei cittadini serve una Agenzia nazionale di HTA, come c’è in altri paesi avanzati. Questo tema è diventato uno dei cavalli di battaglia della SIHTA (Società Italiana di HTA) che dal 26 al 30 ottobre 2020 celebrerà il suo XIII Congresso nazionale, con un titolo che parla da sé. “HTA è salute”. In preparazione dell’evento la stessa società ha redatto un Position Paper per ribadire sia la necessità di scommettere su tale sistema sia per strutturare la proposta di costituzione dell’Agenzia nazionale. Si dice nel documento: “L’HTA è un processo multidisciplinare che analizza e sintetizza le conoscenze scientifiche sugli aspetti sanitari, sociali, economici ed etici legati all’uso di una tecnologia sanitaria per trasformale in informazioni al decisore in un modo sistematico, trasparente, obiettivo e robusto. Esso è funzionale alla formulazione di politiche sanitarie sicure ed efficaci, centrate sui pazienti e volte ad acquisire il migliore valore (EUnetHTA). L’HTA, quindi, rappresenta lo strumento più adatto per l’SSN per migliorare i suoi processi decisionali, migliorare qualità e sostenibilità delle cure e poterne garantire l’universalismo, grazie ad alcuni obiettivi assai chiari: definire ed assicurare i livelli essenziali di assistenza (LEA); gestire in modo ottimale le risorse economiche che costituiscono il fondo sanitario nazionale in uno scenario generale di crisi economica; sviluppare e diffondere nella pratica clinica tecnologie efficaci e sempre più costose, adattandosi alla transizione demografica (con l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della natalità) ed epidemiologica (con l’aumento del carico di malattie croniche)”. Nel mese di settembre se n’è ancora parlato in occasione di una delle sedute del HPF (Health Policy Forum), “pensatoio” multistakeholder della SIHTA.

 

Vorrei soffermarmi su quali possano essere i vantaggi per i cittadini di una simile proposta, cioè considerare se vale la pena sostenere il progetto partendo dal punto di vista degli utenti del SSN. Le ragioni di una risposta positiva, a mio avviso, sono due, la prima è già indicata sopra nelle finalità stesse dell’HTA, vale a dire la garanzia che le scelte su farmaci, dispositivi e tecnologie in generale, vengano fatte in modo trasparente secondo criteri oggettivi e verificabili. Infatti, il progetto di Agenzia prevede come proprio dominio di interesse l’intero mondo delle tecnologie sanitarie (Dispostivi Medici, Apparecchiature biomediche, Strumenti ICT-IA, Farmaci, Procedure, Modelli Organizzativi, LEA, PDTA, etc.) La seconda risiede nel fatto che l’HTA considera il coinvolgimento dei cittadini/pazienti come parte integrante del processo di valutazione. Lo stabiliscono gli organismi internazionali ed europei di HTA (EUnetHTA, HTAi) e lo praticano le Agenzie di altri paesi. Non a caso nel progetto si propone di considerare il Patient Involvement come modalità sia per conoscere le istanze di innovazione provenienti dalle associazioni (priority setting), sia per introdurre un approccio sociale e “partecipativo” nelle valutazioni in senso stretto, sia per aprirsi a meccanismi di interlocuzione che integrino a pieno titolo i cittadini nella platea degli stakeholder.

 

Vale quindi la pena sostenere questo progetto, che acquista una valenza ancora più importante in epoca COVID. Siamo infatti di fronte ad una sfida che richiede non solo un investimento sui migliori strumenti per far fronte all’emergenza, ma anche la capacità di essere innovativi nei metodi, nei percorsi, nel modo stesso di gestire la sanità pubblica, sulle priorità da perseguire, sul recupero di una vicinanza di cura verso i cittadini, senza pressappochismi, timidezze e indecisioni. La scommessa sull’HTA non è la soluzione di tutti i problemi, ma è sicuramente un’arma in più, funzionale ad assumere decisioni pertinenti e coraggiose, in sintonia con il punto di vista e gli interessi dei cittadini.

 

Di Teresa Petrangolini

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