Ho frequentato la prima edizione del Master in Patient Advocacy Management con curiosità e con molte aspettative che non sono state disattese. I docenti sono stati fonte di stimoli e crescita personali che ho portato con me all’interno della mia Associazione nella quale presto la mia attività ormai da qualche anno. Le mie competenze e le mie conoscenze in ambito del no profit si sono arricchite di azioni e strumenti per operare ancora al meglio nel sistema salute come stakeholder delle persone con patologia cronica intestinale (malattia di Crohn e retto colite ulcerosa) acquisendo consapevolezza dell’attenzione che si sta accendendo sul terzo settore, da sempre poco considerato e visto come un ostacolo invece che come una risorsa dalla quale attingere e con la quale interloquire come un valido alleato per migliorare i servizi e contribuire a concreti miglioramenti del funzionamento del Sistema Sanitario Italiano.
Il Master mi ha dato la possibilità di confrontarmi in modo fattivo con rappresentanti di altre Associazioni con le quali si è creata e si sono rafforzate solide amicizie, insieme a loro ho potuto considerare quelli che erano i limiti della mia Associazione così come i nostri punti di forza, lo scambio pulito e diretto d’informazioni e di esperienze vissute sul campo sono state come un Master parallelo dove trovare soluzioni amiche e vicine e soluzioni a problemi che affliggono un po’ tutte le organizzazioni come ad esempio il rinnovo dei volontari e le cariche sociali o il reperimento di fondi per le nostre attività.
Se dovessi scegliere una parola che identificasse cosa il Master mi ha lasciato, sarebbe senz’altro sinergia, al termine di esso si è rafforzata in me l’idea che da soli si può camminare veloci ed essere una valida risorsa ma insieme si può andare lontano, ognuno con le proprie peculiarità può essere quel valore aggiunto che serve per completare un’azione o raggiungere un obiettivo.