L’impatto dell’epatite C nel sistema sanitario e i vantaggi di una sua eradicazione in termini di sostenibilità

di Eugenio Di Brino, ricercatore ALTEMS e Massimiliano Conforti, Vice Presidente EpaC Onlus


La legge n.8 del 28 febbraio 2020 (art.25 sexies) ha stanziato 71,5 miloni di euro per la realizzazione degli screening per HCV per il biennio 2020 e 2021. Con il l Decreto attuativo di febbraio 2021 si definisce il percorso per la realizzazione su tutto il territorio nazionale del programma di screening, che risponde all’esigenza di procedere nella cura della patologia, capitalizzando quanto fatto negli anni passati e proseguire un percorso virtuoso mediante un programma di test e percorsi diagnostici che toccherà soprattutto la popolazione a rischio.

Il 27 maggio scorso il Patient Advocacy Lab di ALTEMS ha realizzato un webinar nella Regione Lazio per sensibilizzare istituzioni, addetti ai lavori e cittadini sull’urgenza di procedere al lancio della campagna di screening, pur in presenza di un momento drammatico come quello della pandemia COVID 19. Il video del seminario, che ha ricevuto il contributo non condizionato di GILEAD, è scaricabile attraverso questo link. In questo articolo si vuole sottolineare l’importanza che riveste lo screening e quindi il trattamento dei pazienti affetti da Epatite C in termini anche di sostenibilità, oltre che di benessere delle persone.

Nell’anno 2014, l’Organizzazione Mondiale della Sanità emana delle Linee Guida relative allo screening, alla diagnosi e alla cura delle persone affette a epatite C.

L’anno successivo, alcuni ricercatori di ALTEMS pubblicarono una revisione di letteratura con l’obiettivo di riassumere le prove disponibili sul rapporto costo-efficacia dei programmi di screening per l'epatite C, attraverso una ricerca in letteratura su PubMed e Scopus oltre che l’identificazione di rapporti prodotti dalle principali agenzie di HTA. Dalla revisione di letteratura, 10 articoli soddisfarono i criteri di inclusione evidenziando che: negli studi incentrati su coorti asintomatiche di individui a rischio generale, il costo per QALY (costo sostenuto per un anno di vita guadagnato in piena salute) dei programmi di screening variava tra $4.200 e $50.000 / per QALY; negli studi incentrati su fattori di rischio specifici il rapporto costo-efficacia incrementale variava tra $848 e $128.424 / per QALY. A lungo termine, quindi, i programmi di screening rappresentano una strategia conveniente per la gestione dell'epatite C.

Successivamente, nel 2017, ci si è interrogati sul fatto che il trattamento precoce risultasse essere o meno un intervento costo-efficace. Sempre in uno studio di ALTEMS svolto con l’ISS, si è valutato il rapporto costo-efficacia di due politiche di trattamento antivirale ad azione diretta (DAA) alternative in una coorte reale di pazienti con infezione da virus dell'epatite C:

· Policy 1, "universale", tratta tutti i pazienti, indipendentemente dallo stadio di fibrosi;

· Policy 2, trattare solo i pazienti "prioritari", ritardare il trattamento dei pazienti rimanenti fino al raggiungimento dello stadio F3.

Lo studio è stato elaborato mediante la creazione di un modello Markov sulla progressione della malattia epatica, che utilizzava un orizzonte di vita e una prospettiva del sistema sanitario.

In particolare, 8.125 pazienti naïve al trattamento DAA, senza restrizioni cliniche, sociodemografiche o assicurative, sono stati utilizzati per valutare il rapporto costo-efficacia della policy. Dai risultati, emergeva come la policy 1 relativa al trattamento "universale" di tutti i pazienti risultasse conveniente. Ad esempio, per il trattamento a un WTP di 30.000 euro / QALY, il trattamento di tutti

i pazienti è conveniente nel 94% dei casi; a un WTP die 40.000 / QALY, il trattamento di tutti i pazienti è conveniente nel 97% dei casi.

In un recente studio dell’ISS sulla coorte PITER è stata elaborata una strategia per uno screening attivo a partire dalle popolazioni più giovani (coorti di nascita 1968-1987), includendo popolazioni chiave come tossicodipendenti e detenuti per espandersi successivamente a individui più anziani (coorti di nascita 1948-1967) prima che la malattia progredisca, con l’obiettivo di eradicare l’HCV entro il 2030 in Italia (come indicato dall’OMS). Tutte le strategie di screening analizzate sono risultate costo-efficaci (ICER che varia tra 3.552 euro/QALY per lo screening graduato a 6.758 euro/QALY per lo screening universale di tutta la popolazione).

Lo scenario in cui ci troviamo oggi ha stimato e fatto stanziare per lo screening dell’infezione attiva da HCV, come citata in apertura, una somma notevole, ed ogni Regione sta attivando piani specifici sulla base delle risorse assegnate.

In sintesi, quindi i programmi di screening, nonché i trattamenti con DAAs dell’HCV già dalle fasi precoci di malattia, risultato costo-efficaci nel setting nazionale.

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha purtroppo rallentato, se non interrotto, le attività di screening, diagnosi e cura del sommerso per HCV, così come successo per altre patologie (Istant Report ALTEMS Covid-19).

La campagna di screening, che efficienti al massimo lo sforzo economico fatto dal Governo, va coordinata con una adeguata presa in carico che contempli una pianificazione del trattamento farmacologico dei soggetti che risulteranno HCV positivi.

Il percorso di cura è estremamente breve (3 mesi) che potrebbe anche avvalersi del supporto della Telemedicina per semplificare gli accessi alle visite di follow-up del paziente arruolato.

Il 28 luglio, come ogni anno, si celebra la Giornata Mondiale delle Epatiti promossa dall’OMS. Un anniversario quest’anno reso più importante dalla scarsa attenzione riservata a queste patologie, a causa della grave pandemia da Sars-Cov-2.

Oggi abbiamo le cure e gli strumenti per eliminare il virus dell’epatite C in Italia, non si può più attendere, visto che nel 2020 e nel 2021 le terapie sono state pochissime per via della crisi epidemica.

In questi anni sono stati curati e sono guariti più di 200.000 persone, con i fondi stanziati dal Governo per lo screening dell’HCV. Le associazioni dei pazienti, e in particolare l’Associazione EpaC Onlus che da anni è impegnata su questo tema, si augurano che le Regioni si adoperino velocemente per impiegare queste risorse utilizzando i fondi stanziati. Ci sono ancora tante persone inconsapevoli di aver contratto il virus, perché purtroppo l’epatite C è una malattia asintomatica, mentre il maggior vantaggio si ha quando il paziente viene curato prima di avere un danno grave o cirrosi epatica.

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