Aggiornamento LEA, il 49% delle richieste arriva dalle associazioni

Dal 2016 al 2020 sono pervenute al ministero della salute 187 richieste di aggiornamento dei Lea, delle quali ben il 49% proviene dalle associazioni di pazienti, a ulteriore prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, di quanto le associazioni siano uno stakeholder importante della sanità, in grado di sfruttare gli strumenti loro forniti.

Questi i dati che emergono nell'articolo di Tonino Aceti, Presidente Salutequità dal titolo LEA. In 5 anni al Ministero della Salute 187 richieste di aggiornamento, il 49% da parte di Associazioni Pazienti. Si sblocchi il decreto tariffe pubblicato su Salutequita.it

"Sono trascorsi oltre 5 anni dall’approvazione dei Nuovi lea, eppure ancora oggi metà Italia non vi ha accesso. A bloccare la loro attuazione è la mancata emanazione del Decreto per la definizione delle tariffe massime delle prestazioni (il cosiddetto Decreto Tariffe), il quale doveva essere emanato entro il 28 febbraio 2018, cioè oltre quattro anni fa, come previsto espressamente dalla legge di bilancio 2018 (art. 1, comma 420, della legge 205/2017).

In attesa della sua emanazione risultano bloccate le nuove prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, una parte delle disposizioni relative ai nuovi nomenclatori sull’assistenza protesica e le prestazioni specialistiche in esenzione per le nuove malattie croniche e rare riconosciute. Praticamente si tengono in scacco da oltre 5 anni i nuovi diritti dei pazienti, diventati ormai vecchi senza essere stati attuati. Un’impasse istituzionale che va nella direzione opposta alle richieste di tutti gli attori della sanità italiana, associazioni di pazienti in testa, che nel corso degli anni hanno sollecitato il Ministero della Salute ad attuare, aggiornare e integrare i Lea adeguandoli ai nuovi bisogni e alle più recenti e robuste evidenze scientifiche..." CONTINUA >>

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