“Sarà una vera e propria rivoluzione”. Questo è quanto ha dichiarato l’Assessore regionale alla Sanità della Regione Lazio, Alessio Damato, intervenendo all’incontro con le associazioni dei pazienti e cittadini svoltosi lo scorso 20 giugno. Infatti, cogliendo l’occasione dell’avvio dei programmi attuativi del Piano Nazionale della cronicità, si è aperto un confronto promosso dalla Regione con il mondo associativo del Lazio per promuovere un programma partecipativo a partire dalla gestione delle patologie croniche. Hanno risposto all’appello 45 associazioni, che si occupano di tutelare i diritti dei cittadini nelle diverse aree terapeutiche, dal Parkinson al diabete, dall’asma ai disturbi cardiocircolatori, dalla sclerosi multipla ai diversi tipi di tumori, a dimostrazione della grande presenza di attivismo civico che contraddistingue il Lazio in campo sociale e sanitario. Renato Botti, a capo della Direzione salute e integrazione sociosanitaria della Regione, ha illustrato il piano di azione sulle cronicità con le priorità e la situazione nelle diverse Asl, proponendo una modalità di partecipazione delle associazioni a vario livello, da quello consultivo delle proposte a quello attuativo con la promozione dell’empowerment dei cittadini e infine valutativo sui risultati raggiunti. Si apriranno gruppi di partecipazione attiva sulle diverse aree e verrà istituita una cabina di regia della partecipazione, che faccia da interfaccia tra uffici regionali e associazioni, ivi compresa l’interlocuzione con il COREFA (Comitato Regionale Farmaci). Si è anche discusso di rappresentanza delle associazioni, proponendo alcune regole di accesso democratico utilizzate da altri soggetti istituzionali come l’AIFA. A questo impianto si affiancherà una interlocuzione più quotidiana con gli uffici regionali per garantire che le associazioni trovino ogni volta il referente giusto per i loro problemi. Significativo è stato il fatto che all’incontro, oltre a D’Alessio e Botti, fossero presenti molti dirigenti regionali, preposti a gestire la gran parte delle problematiche poste dai pazienti. Numerosi sono stati gli interventi delle associazioni che hanno auspicato che questo sia un nuovo inizio nei rapporti tra Regione e mondo dell’advocacy a tutela dei cittadini. Le associazioni hanno chiesto garanzie di continuità al processo, riconoscendo altresì la presenza di clima nuovo, aperto al confronto anche critico con i problemi che i cittadini vivono nell’impatto con la sanità regionale. Si è anche concordato di rendere l’assemblea del 20 giugno una struttura permanente di confronto e di rendicontazione da convocare una o due volte l’anno.
Proprio per dare continuità ai progetti e ai risultati dell’incontro, la Regione Lazio sta procedendo per garantire quanto emerso dalla riunione programmando una serie di iniziative collaterali nei mesi di luglio, settembre e ottobre. Innanzitutto l’invio della presentazione dell’action plan proposto dal Direttore Botti, riviste sulla base dei suggerimenti delle associazioni assieme al resoconto dei punti principali emersi nel dibattito. In secondo luogo, la proposta di suddivisione per aree patologiche dei gruppi di partecipazione e la loro successiva convocazione da parte della Regione. Si sta procedendo inoltre a mappare gli uffici della Regione Lazio per rispondere all’esigenza di trasparenza e accessibilità espressa dall’assemblea. In contemporanea è in lavorazione una delibera regionale che dovrà formalizzare tutto l’impianto, affinché “la rivoluzione” auspicata dall’assessore D’Amato sia attuata.
di Teresa Petrangolini