Cop-Pal Altems: i risultati del primo anno di lavoro 

 

Il dibattito sulle associazioni di advocacy è ricco di contributi e di evidenze, che ne affermano con forza il ruolo ormai centrale nelle decisioni di politica sanitaria. Ma raccoglierne il pensiero rispetto alla loro consapevolezza organizzativa è una prospettiva tutta nuova di un percorso di crescita e di potenziamento del mondo dell’advocacy.

di Federica Morandi
 
Prendere una posizione su un tema se da un lato implica una accurata conoscenza dello stesso, dall’altra impone maturità critica per chi, dati i fatti, afferma un proprio pensiero.
Questo è quanto realizzato dalla Cop-Pal, la prima Comunità di pratiche costituita da e per le associazioni di advocacy che, al termine dei lavori del primo anno dedicati al tema “Organizzare l’organizzazione”, si è cimentata nella stesura di un position paper finalizzato a diffondere con forza e consapevolezza il bisogno e le opportunità che derivano dal progettare e costruire con strumenti adeguati un progetto organizzativo performante in tutte le sue dimensioni, dal rapporto con gli individui, alla forma con cui l’organizzazione si struttura, fino al modo con cui vengono curati i rapporti con le istituzioni.

Con estremo rigore il position paper apre la discussione presentando lo scenario di riferimento, numeri e rilevanza del terzo settore in Italia, e proseguendo con l’evoluzione storica che vede il terzo settore al centro della recente e importante riforma dedicata a quell’ambito che si differenzia con forza dallo Stato e dal mercato pur partecipando attivamente alla crescita e allo sviluppo del Paese.

Lo sguardo poi non può che ricadere sull’importanza dell’organizzazione che, essendo un insieme di regole, relazioni e condivisione di conoscenze e valori, rappresenta la base per qualsiasi forma di aggregazione tra individui guidati da un obiettivo comune e necessita lo sviluppo di una coscienza e di un’identità strutturata.

Organizzarsi per gestire, ma non solo, organizzarsi per crescere è ciò che sostiene il position paper nell’ultimo dei tre capitoli in cui gli autori prendono posizione sulle strategie di medio e lungo periodo. La mappatura generale delle associazioni, lo sviluppo di una advocacy culturale come strumento di impatto sul sistema valoriale della società, l’investimento sulla costruzione di reti intra ed intersettoriali, sono alcune delle sfide che le associazioni della Cop-pal mettono sul piatto attraverso il loro position paper.

Il messaggio che emerge dal lavoro è forte e condiviso: le associazioni di advocacy stanno attraversando un momento estremamente delicato del loro percorso, da un lato grazie ai nuovi strumenti che la riforma del terzo settore metterà auspicabilmente a disposizione nel prossimo futuro, senza dimenticare quanto la pandemia abbia ridotto i mezzi a disposizione e creato nuove sfide. Da qui il bisogno di organizzarsi, per governare al meglio le risorse economiche, fisiche e umane, ma anche per mappare ruoli, disegnare processi, accrescere competenze.

Organizzare per guardare al futuro, costruendo insieme nuovi percorsi di formazione, rafforzando sempre di più il network per il bene dei pazienti e di tutta la collettività.

 

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*Direttore dei Programmi Accademici e Ricerca di Altems

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